C’erano Una Volta Tre Lanterne In Un Fiume…Sebit Dungdungseom, le Isole Galleggianti Del Fiume Han

Isola galleggiante: Soul Flora
Luogo: Seoul, Corea
Tipo di edificio: spazio culturale/esposizione
Area totale: 9.995 m2
Progettazione / Completamento: 2008 / 2011
Team: H ASSOCIATE INC (Architetto co-progettista con studio H Architecture)

Seoul, con i suoi oltre 17000 abitanti per km2, è una delle città più densamente abitate del mondo, nonché una metropoli in continua evoluzione, che ha fatto della rigenerazione urbana il motore del suo sviluppo.
In uno scenario urbano in cui le infrastrutture viarie hanno trovato una nuova destinazione d’uso nella conversione in canali dallo spiccato valore aggregante ed ecologico o in passeggiate botaniche (ne sono un esempio il Cheonggyecheon river e il parco lineare Seoullo 7017), il fiume Han gioca un ruolo da protagonista, diventando oggetto di numerosi interventi di riqualificazione e luogo per la realizzazione di progetti che potremmo quasi definire arditi.

Partiamo da qui, ovvero da quel serpentone d’acqua che divide a metà la città di Seoul scorrendo placidamente da est verso ovest, per poi sfociare nella baia di Incheon. Un fiume lungo oltre 60 km nel suo tratto urbano, largo fino a 1 km nel cuore di Seoul, e che ospita lungo il suo corso luoghi più o meno iconici, come il parco Olimpico o il gioco di luci ed acqua del ponte Bampo, vincitore del Guinness dei primati come fontana più lunga del mondo. Un fiume che racconta molteplici storie e scenari, dove una delle più suggestive è sicuramente quella della nascita delle tre lanterne, le quali, come vedremo, sono in realtà i tre stadi della vita di un fiore.

Dunque, c’erano una volta tre lanterne sul fiume Han; tre isole dalle forme eleganti e dinamiche, nate dalla creatività degli studi di architettura Haeahn Architecture di Seoul e H Architecture di New York, i quali hanno vinto il concorso per la progettazione di quella che sarebbe diventata un’icona culturale di Seoul.
È l’imbrunire, il cielo assume le tonalità del tramonto e le prime luci si accendono nei grattacieli che puntellano la città; chi si ritrova a camminare sulle sponde nord o sud del fiume Han, tra i ponti Banpo e Dongjak, vede accendersi le luci colorate delle tre lanterne, che galleggiano delicatamente sulle acque del fiume.
Tre elementi distinti tra di loro, ciascuno con le proprie caratteristiche e funzioni, raccontano con la metafora delle loro forme il concetto di rinascita del fiume Han e, per estensione, della stessa Seoul. Vediamo quindi come è strutturato il complesso denominato “Seoul Flora” e poi ribattezzato ”Sebit Dungdungseom”, ovvero “le isole delle tre lanterne galleggianti”.

Si parte dal seme, la più piccola delle tre isole, che prende il nome di Terra (si, curiosamente i nomi sono in italiano). Come ogni seme che si rispetti, che racchiude in sé i segreti della vita, così la più piccola ospita tutti quei meccanismi che garantiscono il funzionamento dell’intero sistema e che permettono che le isole abbiano il minor impatto possibile sul fiume Han e sulle sue sponde. L’isola Terra è stata concepita come base per gli sport acquatici e le attività ricreative, che riscuotono un discreto successo, nonché come punto di partenza di alcuni scivoli che terminano direttamente nel fiume. Inoltre, presenta al suo interno un giardino pensile e una club house.

La seconda è l’isola Viva, ovvero la fase del bocciolo, quello stadio che rappresenta la fase di dinamismo potenziale del fiore. Questo concetto di movimento e mutamento è sottolineato in due diversi modi: il primo è la struttura, articolata in una serie di pannelli in alluminio che si avvolgono su sé stessi, esattamente come i petali racchiusi in un bocciolo; l’andamento diagonale del guscio esterno dell’edificio enfatizza il movimento dinamico del fiore che sboccia. La seconda è la destinazione d’uso dell’isola, che diventa spazio espositivo per mostre ed eventi, oltre che di danza all’aperto. Un bar IT e 3D completa l’opera, rendendo isola Viva un meraviglioso centro di intrattenimento, dove il dinamismo dell’arte trova la sua dimora.

Infine, vi è Vista, simulacro della fase finale del fiore, la massima fioritura. Le facciate in vetro si compongono a strati ondulati, creando un’ampia tavolozza per un esteso sistema di illuminazione a led, che ricordano i petali di un fiore magnificamente distesi. L’isola ospita diverse funzioni, tra cui una sala polifunzionale per spettacoli teatrali e festival, un ristorante, un giardino che richiama le lucciole e una stazione di osservazione.
Se le architetture delle facciate delle tre isole le rendono distinguibili e rappresentative della loro fase di vita, il sistema di luci e proiezioni a LED le unisce idealmente, consentendo loro di comunicare, in un dialogo fatto di colori personalizzabili, ciò che accade al loro interno; ciò conferisce ulteriore dinamismo all’intero sistema.

Le tre isole galleggiano indisturbate sul pelo dell’acqua del fiume; non sono ancorate al fondale, ma fluttuano grazie a un sistema di pontoni, simili a quelli utilizzati per le piste galleggianti degli aeroporti, e sono mantenute nella loro posizione attraverso un sistema di ormeggio automatizzato, il quale tiene conto di diversi fattori ambientali, quali il vento, le onde, le maree, la profondità dell’acqua e le sue fluttuazioni di livello, specialmente nella stagione dei monsoni. Inoltre, l’angolo e la forma delle catene sono controllati dalla tecnologia “Dynamic Positioning System” che ne garantisce ulteriormente la stabilità.
Esse, dunque, galleggiano con la stessa grazia di tre lanterne di carta di riso fatte scivolare sul pelo dell’acqua.

Ci sono tre lanterne sul fiume Han, che con la poesia del fiore che sboccia, raccontano la storia di una città pulsante e in continuo rinnovamento, sulla spinta dell’innovazione tecnologica.

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