In caduta libera con i TXT

Il viaggio di una MOA in The Name Chapter: Freefall

di Fran
ottobre 2023

Il 13 Ottobre è stata una data importante per me, e non mi riferisco al fatto che fosse il famigerato venerdì 13, per quanto amante degli horror io sia.
Il 13 Ottobre ha segnato una svolta nella mia vita da MOA: è uscito The Name Chapter: FREEFALL, l’ultimo lavoro dei TXT. E io l’ho presa benissimo.
Proprio rilassata.
Strillando davanti al video di Chasing that feeling alle sei del mattino.
Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto vorrei spendere due parole sul percorso che ci ha portati a questo comeback, sui concept che sono usciti nelle settimane precedenti, legati alle quattro versioni dell’album: Reality – Melancholy – Clarity – Gravity.
Tralasciamo la mia opinione personale sul ridicolo numero di versioni che ultimamente vengono rilasciate dai vari gruppi k-pop, e nel caso di FREEFALL stiamo sfiorando il ridicolo con ben dieci versioni, se consideriamo che di Gravity ne esiste una per membro.
Se c’è una cosa che i TXT sanno fare bene è interpretare al massimo ogni singolo concept che gli viene proposto, incarnando perfettamente il tipo di estetica e di emozioni da esprimere, senza mai perdere un colpo.

Quando sono uscite le foto di Reality, sarò sincera, ho tremato. Abbiamo strade dall’aspetto malfamato, vestiti con stampe animalier e, soprattutto, abbiamo della pioggia. Non credo serva aggiungere altro.
Allego prova fotografica che toglierà istantaneamente ogni dubbio sul perché di questa mia reazione di pancia.

Da sinistra verso destra: Taehyun, Beomgyu, Yeonjun, Soobin e Hueningkai che ti giudicano. Male.

Il secondo concept è Melancholy, ed è personalmente il mio preferito, caratterizzato da vestiti sdruciti e sporchi, ambientazione lugubre e…un lupo.
L’impressione che si ha è di una piccola gang di ragazzi maledetti che ha come ritrovo segreto un sotterraneo abbandonato e che, probabilmente, si trasforma in qualcos’altro durante le notti di luna piena. 

Da sinistra verso destra, dal basso verso l’alto: Taehyun, Yeonjun, Soobin, Hueningkai e Beomgyu che valutano se tu sia un buon pasto per quando si trasformeranno di nuovo in licantropi.

Il terzo concept, Clarity, è quello esteticamente più sereno (come il nome può suggerire) e ti catapulta indietro ai tuoi sedici anni, quando passavi pomeriggi insieme agli amici a parlare, ascoltare musica e mangiare cibo spazzatura, magari in cima ad un tetto.
Per ipotesi, dico, nel caso in cui fossi uno/a che di amici ne aveva.
In Clarity, inoltre, è ancora più evidente il richiamo alla loro discografia passata, ai vecchi concept, con due foto che ricreano esattamente due scatti contenuti nell’album The dream chapter: ETERNITY, due immagini che più di ogni altra rappresentano il loro legame e la loro promessa. 

Da sinistra verso destra: Soobin, Hueningkai, Yeonjun, Beomgyu e Taehyun che ti fanno scendere una lacrimuccia perché sembra ieri che erano solo ragazzini e ora guardali.

L’ultimo concept, Gravity, è indubbiamente quello che più di tutti rappresenta l’essenza stessa dell’album, in maniera quasi letterale, ricreando visivamente l’effetto di una “freefall”, una caduta libera. Dopo The name chapter: TEMPTATION i cinque ragazzi abbandonano finalmente Neverland (l’isola che non c’è, quella di Peter Pan) per tornare nel mondo reale, con una caduta che rappresenta la fine dell’infanzia e la partenza da quel mondo di fantasia in cui si erano rifugiati per scontrarsi con la durezza della realtà e dell’età adulta. 

Da sinistra verso destra: Soobin, Yeonjun, Beomgyu, Taehyun e Hueningkai che ci mostrano come cascare dal cielo restando bellissimi e aggraziati.

Ora che abbiamo parlato dell’aspetto estetico passiamo al fulcro centrale di qualunque album, ovvero la musica.

The name chapter: FREEFALL è il terzo album completo del gruppo, uscito a distanza di quasi due anni dall’ultimo album completo, The chaos chapter: FREEZE.
Dopo due anni di mini album, per quanto apprezzatissimi, abbiamo finalmente di nuovo la gioia di una raccolta che contiene più di cinque tracce, che per quanto mi riguarda sono sempre troppo poche.

Le sonorità di questo album sono pazzesche, un mix di generi e una tracklist che ti danno seriamente la sensazione di essere in caduta libera, partendo dall’hard rock di Growing pain e arrivando alla malinconia e alla calma di Blue spring, seconda canzone che i TXT scrivono per il loro fandom.
La tracklist si conclude con Do it like that e la versione inglese di Chasing that feeling, che però non considererei come vera e propria parte del viaggio musicale in cui ci accompagna questo album.
Personalmente ho avuto la sensazione che Do it like that non dovesse nemmeno fare parte di questo album ma restare un singolo a sé stante, una collaborazione divertente e spensierata con i Jonas Brothers che niente ha a che fare con le atmosfere di FREEFALL, ma che suppongo sia una necessaria scelta di marketing.

GROWING PAIN

I TXT hanno spesso, nella loro discografia, affrontato il genere rock in diverse sfaccettature, dal rock classico al punk rock, ma con Growing pain credo si siano superati. È una canzone cruda, con dei vocalismi che quasi vanno a toccare il metal, dal modo in cui Hueningkai canta la prima frase del pezzo al modo in cui Beomgyu canta I throw myself, throw myself, throw myself, un modo che richiama il growling, tecnica di canto spesso utilizzata in alcuni sottogeneri del metal.
Nel testo si parla della caduta e del dolore che questa provoca, ma della volontà di gettarsi comunque, di raggiungere la realtà ad ogni costo, anche se questo significa sanguinare e spezzarsi le ossa.
È il momento del salto, e con Growing pain ci gettiamo di testa in questa tracklist.

CHASING THAT FEELING

La traccia numero due è, come sempre nella loro discografia, la main track, la traccia principale che promuove l’intero album.
Chasing that feeling è un piccolo gioiello synth pop che come sonorità ci catapulta negli anni ‘80, ma il cui video musicale contiene tantissimi richiami al cinema americano, da Ritorno al futuro a Inception.
Soobin, Yeonjun, Beomgyu, Taehyun e Hueningkai cadono dal cielo come una meteora finendo tra le strade di New York, spaesati e chiaramente fuori posto, un po’ come se fossero creature aliene. Ognuno di loro rincorre qualcosa, un sentimento, un’idea, una sensazione, rappresentata da sfere colorate che alla fine si uniscono in un’unica esplosione, quando loro cinque si ritrovano a fine video, di nuovo insieme.
Questa canzone continua a parlarci della caduta, ma aggiunge un aspetto: l’accettazione. Prima eravamo persi e spaesati, come dei bambini, ma ora finalmente abbiamo raggiunto la realtà. Fa male, ma la volontà di andare avanti è più forte.
Fa male, ma alla fine andrà tutto bene.

Allego diapositive tratte dall’MV ufficiale.

BACK FOR MORE (TXT Ver.)

Back for more è uscita il 15 settembre come pre-release, in collaborazione con l’artista brasiliana Anitta, ma nell’album troviamo la versione “TXT”.
Ho amato tantissimo entrambe, ma dopo diversi ascolti penso di avere sviluppato una piccola preferenza per la versione TXT per via della seconda strofa cantata da Hueningkai e Yeonjun, una piccola perla che nella versione con Anitta non è presente.

È una traccia disco pop, con richiami alla dance anni ’70/’80, con un testo molto semplice ma accattivante e un ritmo che rimane in testa per giorni.
I richiami a Michael Jackson sono molto evidenti, sia nella traccia audio che nella coreografia che accompagna l’MV, al punto da sembrare un vero e proprio tributo, dai vocalizzi tipici ad alcune delle mosse di ballo più famose.
E poi insomma, datemi i TXT in completo elegante nero e per me il punteggio è subito dieci e lode.

DREAMER

Dreamer, per quanto mi riguarda, è una piccola perla, una traccia r&b soul dalla melodia e dalle vocalità sensuali, una di quelle canzoni d’atmosfera che ascolti la sera con un calice di vino tra le mani.
È una canzone che ricorda i sogni, che ricorda con nostalgia ciò che ormai ci siamo lasciati alle spalle per crescere, per trovare finalmente il nostro nome e la nostra identità, ma che ci fa anche capire che in realtà quei sogni non sono stati davvero abbandonati.
Siamo ancora dei sognatori anche ora che viviamo nella realtà, anche ora che siamo adulti.
Come accade spesso nella discografia dei TXT si nota quasi una discrepanza tra il testo e la melodia, come se i due elementi comunicassero emozioni differenti pur bilanciandosi alla perfezione.
Ne è un esempio lampante la loro canzone Run away, main track del loro primo full album, The dream chapter: MAGIC. La musica è ritmata ed energica, ma il testo contiene delle frasi che comunicano un profondo disagio.
Dreamer è una canzone che parla di nostalgia e di ricordi, ma se non si legge la traduzione del testo
e non si comprende il coreano all’ascolto, ha delle sonorità e delle vocalità molto sexy che la rendono una traccia perfetta per una serata in dolce compagnia.
Ci siamo capiti.

DEEP DOWN

Deep down è una traccia pop con elementi EDM che mi ha sorpresa, non essendo normalmente fan di quel genere di sonorità. Come sempre i TXT sono riusciti a farmi apprezzare ciò che normalmente non apprezzerei, con la delicatezza e l’eleganza che li contraddistingue.
Il testo di Deep down è importante, poiché ha legami con Crown, la loro canzone di debutto. In Crown si sentivano diversi e sbagliati dopo che sulla loro testa erano cresciute delle corna (le corna come rappresentazione di qualcosa che non va, da eliminare, da cambiare per omologarsi a tutti gli altri) e in Deep down c’è l’accettazione di queste corna, che diventano corona: non più qualcosa di negativo di cui vergognarsi ma una particolarità che ci rende unici, di cui andare fieri.

HAPPILY EVER AFTER

Happily ever after è una canzone del genere Jersey club, un genere particolare di dance elettronica, ed è la traccia più allegra dell’album, una traccia che definirei ottimista.
Il testo parla di prendere in mano il proprio destino e scrivere la propria storia. Invece di provare tristezza di fronte alla realizzazione che nella realtà il lieto fine non esiste si accetta la bellezza della vita nonostante tutto, nonostante non ci sia la certezza di un buon finale, ed è proprio questo che rende la vita interessante.
È la traccia che amo meno di tutto l’album, ma io sono una persona lugubre a cui non piace la gioia, quindi probabilmente è un mio problema.
Resta comunque una canzone importante per la storia che ci stanno raccontando, che merita il suo posto all’interno della tracklist.

물수제비 (SKIPPING STONES)

Skipping stones è diventata la mia traccia preferita dopo solo un paio di ascolti. É una canzone di genere indie rock che è in grado di mettere in risalto appieno la potenzialità delle loro voci, dalle parole sussurrate sopra ad una chitarra elettrica alle note lunghe e sostenute alla perfezione. L’acuto di Hueningkai alla fine del bridge credo mi abbia fatta volare nell’iperuranio.
Uno dei motivi per cui sento così tanto questo pezzo, probabilmente, è il testo.
Si parla di gettare sassi in un fiume, rompendo la calma della superficie fino ad agitare completamente le acque. È una metafora sull’autocritica, non quella sana e necessaria ma quella eccessiva e onnipresente, quella che ci distrugge. Il fiume siamo noi, i sassi sono le parole che ci diciamo, spesso crudeli, e questo modo di affrontare la realtà ci rende ancora più difficile sopravvivere giorno dopo giorno.
C’è speranza, però! Nel momento in cui il fiume incontrerà finalmente il mare, in cui la nostra versione presente – irrequieta e intransigente – si mescolerà con la nostra versione futura e cresciuta, più calma e ragionevole, i sassi che lanceremo non faranno più lo stesso danno di prima e le acque saranno meno agitate.

BLUE SPRING

Come accennato precedentemente, questa traccia è la seconda canzone che i TXT scrivono per il proprio fandom, una dichiarazione d’amore per i Moa che li hanno sostenuti fino ad ora.
Mentre Dubbad-du wari wari, la prima canzone per il fandom contenuta in The chaos chapter: FIGHT or ESCAPE, era una canzone allegra e divertente, una promessa di stare insieme fino alla fine, Blue spring è una canzone malinconica che parla del passato e del presente, delle difficoltà degli inizi.
Fa riferimento agli anni di training, quando loro erano dei ragazzini spaventati senza alcuna certezza, condizione che li rendeva tristi (blu, colore che indica tristezza e depressione).
Dopo il debutto, invece, sono arrivati i Moa, che rappresentano la loro primavera, la rinascita, qualcosa che ha spazzato via completamente quei giorni di incertezza e paura.
Insomma, con questa traccia vogliono farci piangere e mi tocca ammettere che con me ci sono riusciti.
Questa canzone ha chiuso ogni loro concerto durante l’ultimo tour, Act: Sweet Mirage, e per mesi ne abbiamo avuto solo una versione live tratta proprio dalla prima tappa di Seoul.
Ora, finalmente, la possiamo ascoltare a ciclo continuo sulle piattaforme di streaming.

Adesso che il nostro viaggio all’interno di The name chapter: FREEFALL è concluso, vorrei fare qualche considerazione generale e molto personale.
Trovo questo album ben costruito, d’impatto, forse il loro miglior lavoro fino ad oggi, indubbiamente il mio preferito. Il mix di generi funziona e niente sembra fuori posto. Loro cinque, al solito, mostrano appieno il loro talento come artisti, sia a livello canoro che di produzione e composizione, aspetti nei quali partecipano attivamente sempre di più ad ogni nuovo album.
I TXT sono un gruppo molto versatile, non mi stancherò mai di dirlo. Non ripropongono mai la stessa cosa e ad ogni comeback non si sa mai che genere di sonorità si troverà, e penso sia un aspetto estremamente eccitante della loro musica.

In conclusione, vorrei dire grazie.
Grazie Soobin, Yeonjun, Beomgyu, Taehyun e Hueningkai.
Grazie per avermi e averci regalato un altro piccolo tesoro fatto di dieci tracce musicali, per aver benedetto le mie orecchie ancora una volta con le vostre voci e per essere riusciti a parlare di voi stessi, di me e di tanti altri attraverso questo album, affrontando temi di crescita e dolore nei quali ci rispecchiamo un po’ tutti.
Grazie, infine, per essere stati e continuare ad essere la mia personale Blue spring.

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