Il tanto atteso video musicale di IU per il singolo “Love wins all“, con la partecipazione straordinaria di V (Kim Taehyung) dei BTS, è stato rilasciato il 24 gennaio a mezzanotte KST, regalando agli spettatori un’esperienza “cinematografica” emozionante.
Diretto dal regista di “Concrete Utopia” Um Tae Hwa, il MV racconta la storia straziante di una coppia in fuga mentre lotta per sopravvivere in un futuro distopico.
Il video ha pienamente confermato le notevoli capacità recitative di V e IU, trascinandomi attraverso un turbine emotivo che ha spaziato dall’angoscia alla tenerezza, per poi lasciarmi immersa in una struggente tristezza. I protagonisti sono riusciti a trasmettermi con intensità le proprie paure e il profondo legame d’amore reciproco, fino a farmi commuovere.
Il brano e la melodiosa voce di IU hanno accentuato la sensazione nostalgica, rendendo la narrazione visiva ancora più coinvolgente.
In questo cortometraggio di alta qualità, vediamo una giovane donna, presumibilmente con problemi uditivi, e il suo compagno, affetto da una limitazione visiva a un occhio, feriti e vestiti con abiti logori fuggire da una presenza oscura rappresentata da un grande cubo fluttuante.
La coppia, alla ricerca di rifugio, trova riparo in un edificio abbandonato nel tentativo di sfuggire alla minaccia che li perseguita. Qui i due scoprono una videocamera retrò, in grado di far loro vedere un mondo parallelo, nel quale non vi è sofferenza, ma solo felicità. In questa dimensione alternativa, la giovane coppia, che indossa abiti nuziali, sperimenta momenti di pura gioia: si delizia con cibi deliziosi, balla, canta e si scambia tenerezze. La videocamera diventa il mezzo attraverso il quale i protagonisti trovano un rifugio temporaneo, un’oasi di gioia in contrasto con il mondo cupo e sinistro da cui stanno cercando di fuggire.
La potente simbologia di questo scenario amplifica, a mio avviso, la profondità emotiva del cortometraggio.
I momenti di dolcezza e romanticismo vengono improvvisamente interrotti quando l’oscura entità raggiunge la coppia. I due tentano di fuggire disperatamente, V cerca con coraggio di affrontare il cubo, ma i loro sforzi risultano vani.
Seduti sul pavimento, stretti l’uno all’altro, i giovani accettano la dura realtà che li circonda. Le loro mani tremano visibilmente mentre si cercano disperatamente e reciprocamente, donandosi conforto e forza nell’abbraccio. Con gesti di tenerezza, la giovane donna copre dolcemente l’unico occhio sano del suo compagno, come se volesse proteggerlo dall’orrore circostante. In un delicato linguaggio non verbale, le sue mani stringono la spalla di lui tre volte, un gesto che sembra trasmettere un silenzioso “ti amo”.
Con il cuore spezzato, i due si abbandonano alle lacrime, consapevoli del destino inevitabile che li attende. La telecamera cattura gli ultimi istanti della loro commovente storia d’amore, mentre la coppia svanisce lentamente, portata via dal vento dell’eternità.
Rimangono solo i loro abiti, che cadono su un cumulo di vestiti usati, simbolo tangibile della loro presenza fugace in un mondo segnato dal dolore e dall’incertezza.
Il regista Um Tae-hwa ci ha dato una chiave di lettura sulle dinamiche rappresentate. Ha affermato che ‘Nemo’, l’entità che insegue IU e V, si potrebbe paragonare ad uno schermo dello smartphone diventato un canale per la diffusione di odio, simboleggiando così la discriminazione. Questa rappresentazione può essere interpretata come riflesso delle molteplici forme di oppressione presenti nella vita quotidiana.
La lente della videocamera incarna il filtro dell’amore che ci consente di vedere la bellezza al di là delle apparenze, per apprezzare la vera essenza delle persone.
Il contesto temporale del video è nel presente, ma le scene riflesse dalla videocamera mostrano un mondo che un tempo prosperava, prima che la rovina si insinuasse.
Il regista ha interpretato il momento in cui vestiti della coppia si sollevano nell’aria come la rappresentazione della liberazione finale da ogni forma di oppressione e costrizione. Questo momento, secondo Um Tae-hwa, pone un interrogativo interessante: “gli abiti” rappresentano la vera essenza delle persone o sono soltanto forme esteriori considerate significative e importanti solo per gli altri?
Il regista ha inoltre affermato: “Poiché la visione del mondo stessa è un ambiente eterogeneo e astratto differente della realtà, accogliamo con favore anche le varie interpretazioni del video musicale”.
Il cumulo di vestiti che si staglia sul pavimento nel MV richiama alla mente la scena di Suga seduto su una montagna di abiti nel celebre video “Spring Day” dei BTS.
Il regista potrebbe essersi ispirato all’installazione di Boltanski, caratterizzata da un vasto cumulo di vestiti multicolori che creano un impatto visivo ed emotivo intenso. Tale opera, secondo il suo creatore, esplora i temi fondamentali del rapporto tra la vita e la morte, l’esistenza umana individuale e collettiva, la memoria e l’oblio, il passato e il presente, e induce alla riflessione sul fluire del tempo e sul significato stesso della vita.
Dopo aver letto le dichiarazioni del regista, ho riflettuto sul contesto dei social media e dell’intrattenimento coreano nel suo complesso e desidero condividere con voi alcuni miei pensieri a riguardo.
Nella società contemporanea, il giudizio è diventato un’ombra persistente che accompagna molte interazioni umane, spesso nascondendosi dietro la maschera dell’anonimato online. È diventato troppo facile condannare gli altri senza considerare le sfumature e le circostanze complesse delle loro vite. L’ipocrisia e l’odio dilagano e tutti sappiamo quanto le parole, veicoli potenti di emozioni e pensieri, possano ferire profondamente e persino uccidere.
Le minoranze sono spesso vittime delle discriminazioni e delle oppressioni quotidiane.
La ricerca ossessiva della perfezione fisica, alimentata da standard utopici e da una pressione sociale costante, è diventata una tendenza diffusa.
Gli idol e gli attori coreani, costantemente esposti all’attenzione dei media e dei fan, si trovano spesso a lottare per la difesa della propria privacy. Troppo frequentemente sono costretti a scusarsi per le questioni più banali e indossare sorrisi forzati, nonostante le loro battaglie interiori. Li vedo, nel tentativo di sfuggire da questa entità malevola, come la coppia nel MV di “Love Wins All”, ma invano.
Il cubo nel video rappresenta proprio questo a mio avviso: la negatività insita nei giudizi, la tendenza a puntare il dito senza comprendere appieno la complessità di una persona, il voler modellare gli altri secondo i nostri desideri anziché accettarli per ciò che sono, la cattiveria gratuita che soddisfa alcuni individui. Lo facciamo con le persone intorno a noi, sui social e con gli artisti che seguiamo.
Solo attraverso il rispetto reciproco possiamo sperare di creare una società più inclusiva e tollerante, in cui ognuno possa sentirsi libero di Essere, senza paura e senza dover essere costretto a scappare.