Past Lives: il concetto di Inyeon nella cultura coreana

Probabilmente il titolo di questo pezzo vi ha stupito, o fatto storcere il naso, o incuriosito. 

“Ma come? Niente “recensione”? Nemmeno un'”opinione”? Un riassuntino? La traduzione di un articolo di critica cinematografica? Qualcosa tipo “sono stata a vedere il film e vi dico cosa ne penso”?

Niente?”

Esatto. Niente di tutto questo. 

Il motivo è semplice. Past Lives, l’acclamatissimo film della regista coreana Celine Song che vede come protagonisti Greta Lee e Teo Yoo, vincitore di moltissimi premi e in lizza anche per qualche Oscar, non mi è piaciuto.

L’ho trovato noioso e superficiale, con una trama scontata e privo del – necessario, in questi casi – bilanciamento con elementi di riflessione (Ordinary days docet, in merito), o artistici (fotografia, eccezionali performance recitative, dialoghi, … ). D’altro canto il gusto cinematografico è soggettivo, quindi prendo atto di far parte di uno sparutissimo gruppetto di detrattori e sto.

Greta Lee (Nora) + Teo Yoo (Hae Sung)

Una cosa mi è rimasta, però. Il concetto, la scintilla, l’espediente narrativo attorno al quale si muove la storia di Nora ed Hae Sung – bimbi innamorati, poi più che altro sconosciuti: Inyeon, o parafrasando, la filosofia di come le relazioni si formino attraverso le vite passate. E di questo voglio parlarvi.

Sarà che nella vita mi è capitato, anche in anni recenti, di avvertire una sorta di inspiegabile legame con persone appena conosciute, lontane e diverse, “come se ci conoscessimo da sempre“. Sarà che sono affamatissima di elementi che mi possano aiutare a comprendere la complessa e sfaccettata cultura coreana moderna; d‘altronde questo concetto ci richiama alla memoria anche moltissimi K-Drama che abbiamo visto anche recentemente, A good day to be a dog – per dirne uno.  

Ecco, quando sono tornata dal cinema non ho potuto fare a meno di mettermi a cercare di più rispetto alle radici di quest’astrazione così affascinante e metafisica. 

Inyeon (인연) è un termine coreano che significa “destino intrecciato” o “relazione causale”; il suo scopo è quello di dare forma e spiegazione a quella complessa danza del destino che intreccia le vite di individui in una sorta di armonia karmica.  Inyeon rappresenta uno dei pilastri del buddismo coreano e offre una lente unica attraverso cui comprendere le relazioni, la responsabilità individuale e la natura interconnessa dell’esistenza.

Potremmo tradurlo come “fato“, o “destino“, ma sarebbe limitativo. Le radici filosofiche di inyeon risiedono nei concetti di Karma, principio cardine del buddismo, che stabilisce una catena di causa ed effetto tra le azioni di un individuo e il suo futuro, e Sunyata, filosofia buddista che sostiene che tutti i fenomeni siano interconnessi e privi di esistenza indipendente.

Inyeon pertanto si radica nell’affermazione che le nostre relazioni e interazioni con gli altri sono il frutto del nostro karma passato. In altre parole, le persone che incontriamo e le esperienze che viviamo non sono casuali, ma il risultato di un sentiero karmico che si dipana attraverso il tempo; inoltre, esso riflette l’interconnessione di tutti i fenomeni, mostrando come le nostre vite siano legate a quelle di innumerevoli altri esseri, in una rete di relazioni che si estende ben oltre la nostra realtà immediata.

Per chi ci crede, inyeon permea tutte le tipologia di relazioni, dalle più intime come quelle familiari e romantiche a quelle più distanti, con quelle di amici e persino di estranei. Ogni incontro assume un significato profondo, diventando un’opportunità per la crescita e la reciproca evoluzione. La consapevolezza di inyeon ci porta ad essere riconoscenti per le persone positive che arricchiscono la nostra vita. Allo stesso tempo, ci insegna ad accogliere le sfide e le relazioni difficili come opportunità per la crescita e la purificazione del karma.

Inoltre, ci spinge a sviluppare un profondo senso di compassione per gli altri, attraverso lo sforzo di comprensione delle loro azioni, positive o negative, che non sono altro che il risultato del loro karma passato. In questo modo, la compassione diventa un antidoto al giudizio e un ponte verso la comprensione e l’amore universale.

Nella società coreana, questo concetto filosofico ha avuto un impatto molto significativo, intrecciandosi con i principi confuciani di armonia e rispetto per le relazioni. L’enfasi sull’interconnessione e la responsabilità karmica ha contribuito a plasmare il forte accento che la società coreana pone sulla famiglia e sul benessere collettivo. L’inyeon rafforza l’importanza della famiglia nella società coreana, con un accento sull’influenza del karma collettivo e sulla responsabilità di ognuno di coltivare relazioni positive all’interno del nucleo. I legami all’interno della famiglia sono visti come sacri e il rispetto per i genitori e gli anziani è considerato un valore fondamentale. Il concetto implica lealtà e obbligo verso i membri della famiglia: i figli sono tenuti a prendersi cura dei propri genitori anziani e a sacrificare i propri bisogni per il bene della famiglia. La venerazione degli antenati, che come sappiamo è una pratica diffusa in Corea, deriva dalla convinzione che questi ultimi influenzino il destino dei loro discendenti. Inyeon rafforza questa credenza, incoraggiando il rispetto e la gratitudine verso le generazioni passate.

L’enfasi sull’interconnessione e la responsabilità karmica ha contribuito a plasmare la forte enfasi che la società coreana pone sull’armonia sociale e la coesione del gruppo. Inoltre, questa credenza  sottolinea l’interdipendenza di tutti gli esseri viventi e la responsabilità che ognuno ha verso il benessere collettivo. Questo senso di reciprocità incoraggia la cooperazione e l’aiuto reciproco all’interno della comunità, favorendo tra l’altro lo sviluppo di volontariato e beneficienza.

Past Lives esplora l’inyeon attraverso la relazione tra Nora (o Na-Young, come era conosciuta in Corea prima di partire per il Canada, dov’è cresciuta) e Hae-sung, suo amico d’infanzia e prima cotta. La narrazione si muove su una timeline che comprende più di due decenni, ed è basata su “colpi di scena”, su “sliding doors”, su scelte e riflessioni che portano due persone a chiedersi se sono destinate a stare insieme. Nel film, l’introduzione del concetto di inyeon dà modo ai personaggi di esplorare le possibilità di unirsi non solo in questa vita, ma eventualmente – se non ancora “maturi” a livello karmico nell’ora – nelle vite successive, oltre a chiedersi cosa li abbia uniti nelle precedenti.

Tuttavia, nelle mie ricerche online, ho compreso che inyeon non è un concetto a cui si fa più molto riferimento nella cultura popolare coreana: ha avuto origine in un’epoca in cui le credenze religiose tradizionali erano una caratteristica più comune della vita sociale quotidiana dei coreani.

Se così si può dire, è stato soppiantato dal più moderno concetto di “jeong“, l’idea di “noi-ismo” o “unità”, “un cuore – una mente”. Si tratta di atti di gentilezza non richiesti, i cosiddetti “abbracci invisibili”. Jeong è un posto ceduto su un autobus, un contorno extra gratuito da mangiare col bulgogi, un portafoglio smarrito consegnato alla polizia, qualcuno che ti aiuta ad uscire dalla metropolitana (parlo per esperienza personale),… 

Nel film, la protagonista offre allo spettatore internazionale un indizio sul perché inyeon non è conosciuto come jeong al di fuori della Corea quando spiega: “È solo qualcosa che i coreani dicono per sedurre qualcuno”, suggerendo che oggi sia usato più spesso in situazioni di intimità o sentimentali piuttosto che in altri contesti.

Tuttavia, come abbiamo visto, inyeon ha radici più profonde di quanto suggerisca il commento disincantato di Nora. Per concludere, potremmo dire che sia inyeon che jeong descrivono aspetti del “noi” come un inestricabile e causale legame relazionale, dove inyeon è una causa e jeong un effetto

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