Il 7 maggio 2024 rimarrà una data simbolica per i fan del k-pop. Purtroppo non per il motivo che tutti ci immaginavamo. Infatti, sebbene per la prima volta nella storia un gruppo k-pop al completo sia stato invitato a quello che è di diritto il più grande evento di moda dell’anno negli Stati Uniti, il Gala del Metropolitan Museum of Art di New York, e abbia avuto la possibilità di essere immortalato sul red carpet, ciò che non solo i fan degli Stray Kids ma tutti gli appassionati di k-pop ricorderanno saranno gli insulti razzisti ricevuti dagli idol ad opera dei fotografi presenti in loco.

Un po’ di contesto
Quello comunemente noto come Met Gala, in realtà ha il nome di Costume Institute Gala. Si tratta di un evento a scopo benefico, atto a raccogliere fondi a favore della sezione di storia del Costume del Metropolitan Museum of Art. Organizzato a partire dal 1948 in occasione dell’annuale vernissage della mostra di moda, dopo aver cambiato numerose sedi e date, ha trovato dal 2005 fissa dimora presso il museo stesso e viene tenuto ogni primo lunedì del mese di Maggio con il patrocinio della rivista Vogue.
La partecipazione al Met Gala, considerato il singolo evento più alla moda del mondo, è esclusivamente su invito ed è rivolta a personalità del mondo dello spettacolo, della moda, dello sport e della politica. È uno di quegli eventi che funziona un po’ per “dare-avere”: l’organizzazione dell’evento invita personaggi di spicco con un grande seguito per dare rilievo alla serata (e raccogliere una quantità cospicua di denaro – il costo del biglietto per singolo ospite è di 50 mila dollari al 2023) e gli invitati partecipano consapevoli di poter guadagnare un interessante copertura ed esposizione mediatica. In tutto questo, gli stilisti delle diverse case di moda, dalle più prestigiose a quelle emergenti, fanno a gara per poter vestire gli invitati, realizzando degli abiti di haute couture che rispondono al tema annuale imposto dal Gala.

Gli Stray Kids e il razzismo
Le principali testate coreane in questi giorni stanno riportando la notizia della partecipazione del gruppo k-pop Stray Kids al Met Gala 2024, vestiti per l’occasione dallo stilista americano Tommy Hilfiger, il quale ha realizzato per loro otto abiti su misura diversi e personalizzati. Tuttavia, quello che poteva essere motivo di grandissimo orgoglio non solo per l’industria del k-pop ma anche per la nazione stessa, si è tramutato in un momento di profondo rammarico, condiviso con i fan del gruppo ospite e non solo.
Oggi, 9 maggio, il The Korea Times ha rilasciato un breve articolo dal titolo “Gli Stray Kids vengono discriminati al Met Gala e chiedono di essere rispettati” dove viene riportato quanto segue:
Un filmato dell’evento è apparso online, rivelando le interazioni tra gli Stray Kids e alcuni fotografi. Nel video si sente che i fotografi apostrofano il gruppo con commenti del tipo “State dritti”, “Sembrate tutti storti” e “State più indietro”.
Le tensioni sono aumentate quando i fotografi hanno iniziato a deridere le espressioni dei membri e a fare commenti apertamente discriminatori. Un fotografo ha criticato il gruppo dicendo “Non ho mai visto tante facce senza emozioni in vita mia”, mentre altri hanno fatto commenti scortesi come “Sembra che stiano per iniziare a esibirsi” e “E ora, saltate tutti”.
L’atmosfera irrispettosa si è intensificata quando un fotografo ha gridato “arigato” (“grazie”, in giapponese), usando erroneamente il giapponese con un gruppo coreano, contribuendo ulteriormente al tono irrispettoso delle interazioni.
Nel video si vede Bangchan, leader degli Stray Kids, battere le mani per guidare il gruppo fuori dal tappeto dopo i commenti irrispettosi. Sia Bangchan che il collega Felix sono australiani e la loro lingua madre è l’inglese.
Il “The Korea Herald” a sua volta aggiunge che l’incitazione “saltate tutti” avrebbe voluto alludere alla statura dei membri degli Stray Kids e che sarebbe servita come espediente per farli arrivare a una altezza adeguata all’obiettivo delle fotocamere. Fatto la cui gravità si commenta da sé.

Le reazioni dei fan e la solidarietà tra fandom
Come facilmente intuibile, la diffusione online dei filmati e delle voci dei fotografi ha scatenato la reazione indignata dei fan non solo degli Stray Kids, ma anche di quanti sostengono il k-pop in generale. Su ogni social è possibile trovare manifestazioni sia di rabbia nei confronti dell’accaduto, sia di solidarietà da parte degli altri fandom nei confronti degli idol e del loro fandom. In particolare, parafrasando le parole di un video di una content creator che chi scrive ha incontrato in un social, questo evento vergognoso ha visto il risveglio di Cerbero, le cui tre teste sarebbero l’attuale Santa Trinità dei fandom k-pop: Stay, Army e Blink, ovvero i fandom di Stray Kids, BTS e Blackpink.
La maggior parte dei fan si sono riuniti in un sentimento di biasimo e condanna collettivi, andando a scovare i profili social dei fotografi coinvolti e sottoponendoli alla gogna pubblica. La motivazione? Se partecipi a un evento ad alta esposizione come il Met Gala, dove non solo ciò che dici ma anche i respiri che fai vengono registrati e diffusi, ciò che esce dalla tua bocca è assolutamente e unicamente responsabilità tua. Perciò se commetti deliberatamente razzismo devi preparati alle conseguenze.
Condanna e solidarietà. I diversi fandom k-pop, in particolare i tre sopra citati, si stanno comportando come farebbe qualsiasi gruppo di fratelli: quotidianamente si scannano e si insultano, ma appena qualcuno di esterno prova ad attaccare uno di loro, gli altri gli saltano metaforicamente alla gola. Cerbero, appunto.
Infatti, è facile imbattersi in messaggi di supporto tra fandom e, a volte, di scuse per non aver capito prima ciò che gli altri stavano passando oppure, di contro, perché ad oggi artisti e fan devono vivere ancora tutto questo.
Anche il “The Korea Times” fa riferimento alle reazioni online, scrivendo:
L’incidente ha scatenato l’immediata reazione online, con molti che hanno condannato le sfumature razziste e le richieste irrispettose dei fotografi nei confronti del gruppo. Commenti come “Il razzismo si è sentito”, “I ragazzi si meritavano di meglio” e “Nessun’altra celebrità americana viene trattata in questo modo quando posa con la sua espressione diretta da modello” hanno riflesso l’indignazione e il sostegno agli Stray Kids.
E ancora il “The Korea Herald” cita la dichiarazione del critico musicale Kim Do-heon:
Le celebrità asiatiche che affrontano il razzismo negli Stati Uniti non sono una novità. È successo anche ad artisti K-pop più famosi come i BTS e le Blackpink. È un errore pensare che la crescente popolarità del K-pop protegga gli artisti dal razzismo […] Il K-pop è ancora un genere minore negli Stati Uniti ed è popolare solo tra i fan più accaniti

M!Countdown di Parigi, i BTS e l’appello contro l’Asian Hate caduto nel vuoto.
Il “The Korea Herald” ci ricorda come anche i BTS nel 2020 abbiano fatto appello a un maggior rispetto nei confronti della comunità asiatica tutta.
Infatti, in occasione del diffondersi della pandemia da Covid19, le cui origini erano attribuite a dei laboratori cinesi di Wuhan, negli Stati Uniti (e non solo) si era diffuso in maniera violenta quello che è stato definito come “Asian Hate”.
I BTS, la cui popolarità negli USA era già tale da consentire loro di avere una voce di rilievo, avevano rilasciato un comunicato che recitava:
Inviamo le nostre più sentite condoglianze a coloro che hanno perso i loro cari. Proviamo dolore e rabbia. Ricordiamo i momenti in cui abbiamo affrontato la discriminazione in quanto asiatici. Abbiamo sopportato imprecazioni senza motivo e siamo stati derisi per il nostro aspetto. Ci è stato persino chiesto perché gli asiatici parlassero in inglese. Non riusciamo a esprimere a parole il dolore di essere oggetto di odio e violenza per un motivo simile. Le nostre esperienze sono insignificanti rispetto agli eventi che si sono verificati nelle ultime settimane. Ma queste esperienze sono state sufficienti a farci sentire impotenti e a intaccare la nostra autostima. Ciò che sta accadendo in questo momento non può essere dissociato dalla nostra identità di asiatici. Ci è servito molto tempo per discuterne attentamente e abbiamo riflettuto a fondo su come esprimere il nostro messaggio.
Ma ciò che la nostra voce deve trasmettere è chiaro. Siamo contro la discriminazione razziale. Condanniamo la violenza. Voi, io e tutti noi abbiamo il diritto di essere rispettati. Rimaniamo uniti.
Un appello che a quanto pare è caduto nel vuoto non solo in occasione del recente Met Gala, ma anche lo scorso settembre, durante l’evento M!Countdown di Parigi.
Il “The Korea Herald” ci riporta quanto segue:
Lo scorso settembre, le guardie di sicurezza francesi presenti all’evento M! Countdown a Parigi sono state accusate di essere state razziste nei confronti dei fan. Alcuni fan del k-pop che hanno partecipato al concerto hanno scritto su X che le guardie sono state particolarmente aggressive nei confronti dei fan asiatici, costretti ad aprire le loro borse per l’ispezione e ad andarsene se venivano trovati in possesso di una macchina fotografica. Nei post si afferma anche che le guardie di sicurezza non hanno preso provvedimenti contro i bianchi che scattavano foto con le loro macchine fotografiche.

Una considerazione personale
È desolante vedere come ignoranza e mancanza di rispetto abbiano sempre la meglio nella lotta per la conquista dell’umanità. La società moderna, armata di internet e tastiere, sembra aver trovato un placebo nello sfogare la propria frustrazione offendendo e attaccando il prossimo, il più delle volte completamente gratuitamente.
Noi di Koreami, nel nostro essere profondamente indignate per l’accaduto e completamente solidali con Stray Kids e Stay, non giustifichiamo il rispondere all’odio con altro odio. Pertanto, non contribuiremo alla diffusione dei profili social dei fotografi responsabili degli insulti, ma anzi vi invitiamo ad adoperare un’arma potentissima, ovvero quella del silenzio in senso più ampio.
Dorian Gray, nell’omonimo romanzo di Oscar Wilde diceva “There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about” ovvero: “C’è solo una cosa al mondo peggiore dell’essere oggetto di discussione, ed è il non essere considerati”. Voltare le spalle a quanti sono responsabili di questo episodio nei confronti degli Stray Kids, dai fotografi in primis al Met Gala poi, togliendo loro di dosso i riflettori e condannando contestualmente con forza l’atto perpetrato, è a nostro giudizio la cosa migliore che si possa fare per evitare che questi personaggi possano addirittura arrivare a guadagnare fama dall’esposizione social che ne potrebbe derivare.
Link all’articolo del The Korean Times qui
Link all’articolo del The Korean Herald qui